DIARIO DI MARTINO E LUCIA
Il mondo contadino nel Veneto negli Anni'50 del '900

a cura di
Piersilvio Brotto
illustrazioni di
Lanfranco Antonello

ISBN: 978-88-98569-93-9
Form. cm 16,5 x 24
Pag. 128
4/4 colori
Anno di pubblicazione: 2022
Euro 16,00 

 

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DIARIO DI MARTINO E LUCIA
Il mondo contadino nel Veneto negli Anni'50 del '900

Il mondo contadino veneto è scomparso nel giro di pochissimi anni, nella seconda metà del secolo scorso.
Tuttavia il ricordo, intriso di nostalgia ma anche consapevole delle asprezze e delle difficoltà ad esso legate, continua a pervadere il ricordo collettivo in chi quel tramonto lo ha vissuto, ma anche in chi lo ha solo ascoltato, o visto attraverso foto ingiallite o gli oggetti che, ormai desueti, ornano ancora molte delle nostre case.
Il libro “Diario di Martino e Lucia” entra in questo filone, ma se ne defila subito. Non è il “ricordo di un tempo che fu”, ma la narrazione in presa diretta, tramite le parole dei lori diari, di due giovani che quel tramonto – dolcissimo – si sono trovati a viverlo negli anni Cinquanta del secolo scorso, tra riti che sembravano eterni e il nuovo che si affacciava e che di lì a poco li avrebbe cancellati.
E in queste “cronache di giornata”, in queste parole a volte, per l’età dei protagonisti, ingenue ma “vere”, rivive tutto quello che ci sembrava dimenticato. Rivivono le lunghe giornate di fatica nei campi, rinascono parole ormai dimenticate come “madego” e “piantoea”, ma anche tutti i nomi “nostri” delle piante che ornavano il limitare dei campi, i gesti e gli strumenti di una “fatica” quotidiana che erano parte integrante del vivere. E tutto questo sotto forma di un vocabolario “vivente”, con le note che ci traducono i termini e ci fanno capire ed essere – ancora una volta – parte di quel mondo oggi perduto.
È un abbecedario, il “Diario di Martino e Lucia”, un vademecum per chi si vuole immergere, ancora una volta, in un mondo perduto; non tanto inseguendo un eden, quanto cercando di comprenderne la vita, la bellezza ma anche la fatica, la ricchezza ma pure l’infinità povertà che lo hanno accompagnato.
E il racconto è ancora più vivo perché le parole escono dalla bocca di due ragazzi, che sanno ancora stupirsi di ciò che li circonda e stanno scoprendo il mondo e loro stessi; le tradizioni che lo governato e il bisogno di “trasgredire” per capire i propri limiti e quale strada imboccare.
Piersilvio Brotto ha saputo raccogliere tutto questo materiale e cucirlo, in una sorta di “rammendo” dei frammenti del nostro vissuto di allora collegandoli alla fatica – e al gusto della scoperta – del crescere, in ogni età e in ogni tempo.
Quel che resta, alla fine, è il piacere della lettura, che ci restituisce in ogni suo dettaglio un mondo che ormai può rivivere solo nella narrazione letteraria ma che, grazie ad essa, resta vivo e continua a insegnarci, anche oggi, sulla fatica del vivere, e del crescere, e del magnifico viaggio di scoperta che un libro ci consente di realizzare.
Le illustrazioni, in parte tratte da materiale fotografico d’epoca, in parte tratte dai lavori artistici di Lanfranco Antonello, che utilizza una tecnica basata su materiali come le foglie secche, accompagnano i testi affiancandoli nel percorso di narrazione, solleticando il ricordo e, in molti casi, ammantandolo di quella nebbia che oggi non c’è più nelle nostre campagne ma che, se vogliamo, oggi possiamo chiamare nostalgia.